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Vantaggi Prenotazione Diretta
  • Early check-in previa disponibilità
  • Late Check-out previa disponibilità
  • Minibar Gratuito

Borghese Contemporary Hotel

Quando Camillo Borghese (successivamente Papa Paolo V) acquistò nel Seicento il nucleo originario di Palazzo Borghese (risalente alla metà del Cinquecento) volle acquisire anche parte delle costruzioni, degli orti e degli spazi vuoti circostanti, venendo così a costituire un vero e proprio “quartiere dei Borghese” nel cuore della città di Roma.

 

Tra le costruzioni acquisite annoveriamo proprio l’elegante palazzo che ospita il Borghese Contemporary Hotel, sito nell’omonimo slargo, proprio di fronte alla facciata principale del celeberrimo Palazzo Borghese. Nei primi dell’Ottocento i Principi Borghese affidarono a Luigi Canina (1795-1856) una radicale ristrutturazione del Palazzo, a cui si deve l’aspetto attuale dello stabile.

 

L’elegante edificio fu impostato secondo i principi di equilibrio e discreta raffinatezza che caratterizzano tutta l’opera del grande architetto e archeologo piemontese, architetto di fiducia della famiglia Borghese, a cui dobbiamo anche i propilei del nobile ingresso di Villa Borghese sul lato di Porta del Popolo. L’attuale progetto di ristrutturazione dell’hotel, già storicamente come antica Locanda, non può non tenere conto dello spessore storico ed architettonico dell’edificio che lo ospita, né tantomeno della posizione privilegiata in cui l’edificio è localizzato.

 

Roma è monumentalità, soprattutto nel centro storico, in cui siamo. Il Colosseo con i suoi ordini di archi, la vicina Piazza di Spagna, il Pantheon, i paesaggi scenografici dei Fori Imperiali costituiscono l’identità monumentale della Città Eterna, identità da cui abbiamo voluto farci ispirare per il progetto del nuovo Borghese Contemporary.

 

Alle pareti trovano posto paesaggi volumetrici senza tempo, reinterpretazioni in chiave contemporanea di architetture classiche, ma anche rimandi alla Metafisica di Giorgio De Chirico. Gli imbottiti ricordano i triclini romani ed i lavabi in marmo delle camere rimandano alle Domus romane ed ai celebri “Nasoni” delle fontanelle delle strade della Capitale. L’utilizzo di velluti nei colori caldi, dei marmi e soprattutto del travertino per le pavimentazioni e i rivestimenti, sottolinea il forte legame con il contesto. Gli intonaci materici alle pareti mettono in risalto le volumetrie compatte e i colori delle terre utilizzati rimandano ai colori dei palazzi storici della città.

 

Un’attenzione particolare è stata posta alla progettazione degli spazi e soprattutto alla divisione degli spazi in relazione all’originale morfologia del palazzo ospitante. Si sono volute eliminare le camere più piccole per dare maggiore aria a stanze più spaziose e suites. I volumi dei servizi, seppur perfettamente in grado di dialogare con l’intero ambiente della camera, sono staccati dalle pareti e dal soffitto da scuri “di rispetto” che ne sottolineano la loro natura di “scatola nella scatola”.

 

Gli spazi comuni sono la sintesi dei temi esposti sino ad ora ed evocano la volumetria delle architetture classiche.
Uno spazio dall’eleganza senza tempo, proprio come la città eterna”.

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